Era una mattina fresca e limpida quando salii sul treno diretto verso le Dolomiti. Già alla partenza, l’aria aveva un profumo di montagna che sembrava preannunciare l’avventura che mi attendeva. I finestrini erano aperti, e mi sistemai accanto a uno per godermi il paesaggio che cambiava man mano che ci allontanavamo dalla città.
All’inizio, la vista era quella familiare della pianura, con campi e piccoli paesi che scorrevano veloci. Ma a ogni stazione che passava, il paesaggio diventava più selvaggio e spettacolare. Montagne maestose apparivano all’orizzonte, e il verde dei prati si intensificava. Un gruppo di ciclisti si unì al viaggio in una delle fermate, portando con sé una scia di entusiasmo per la natura e l’avventura.
Mentre il treno si addentrava tra i valichi e le valli, il sole si rifletteva sulle cime innevate delle Dolomiti, regalando uno spettacolo di luci e ombre. Le montagne sembravano raccontare storie antiche, e io mi sentivo parte di qualcosa di più grande. Il treno, con il suo ritmo costante, permetteva di cogliere ogni dettaglio, ogni sfumatura del paesaggio.
Arrivato a destinazione, scesi dal treno con lo zaino in spalla e una carica di energia indescrivibile. Sentivo l’aria frizzante di montagna che riempiva i polmoni e il suono del silenzio che solo la natura sa offrire. Le Dolomiti si ergevano imponenti davanti a me, pronte a svelare i loro sentieri, i boschi e le viste mozzafiato.
Quel viaggio in treno verso le Dolomiti non era solo un percorso fisico, ma anche un viaggio dentro di me, una pausa dal ritmo frenetico della vita quotidiana, un ritorno alla natura e a tutto ciò che essa rappresenta.
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