Era una splendida giornata di tarda primavera nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.


Luigi, Marco, Denise e Clarissa si erano svegliati presto quel giorno per raggiungere la vetta del Monte La
Nuda, dove le montagne si innalzavano maestose e i torrenti scorrevano cristallini.


Erano scalatori provetti, abituati a sentieri impervi e scoscesi.


Con i loro zaini carichi di provviste e attrezzature, si avviarono lungo il sentiero, godendo dell’aria fresca del mattino e del canto degli uccelli.


Durante la salita, si fermavano spesso ad ammirare i panorami mozzafiato e a scattare fotografie, intenti a catturare la bellezza incontaminata del parco.




Arrivati in una radura, decisero di fare una breve pausa di ristoro e di godersi l’acqua rinfrescante del torrente.


Tuttavia, appena ripreso il cammino, iniziarono a notare lungo il sentiero pezzi di immondizia disseminati qua e là.


Sacchetti di plastica, cartacce e lattine di bibite vuote giacevano sparsi, rovinando il paesaggio naturale. La rabbia e lo sconcerto cominciarono a crescere nei quattro amici.

Improvvisamente, una leggera brezza iniziò a far volare i rifiuti qua e là, disperdendoli per tutto il parco.


Gli animali, attratti dall’odore del cibo, si avvicinarono curiosi e alcuni iniziarono a ingerire i resti abbandonati.


Armati di sacchetti che avevano nello zaino, Luigi, Marco, Denise e Clarissa iniziarono a raccogliere i rifiuti lungo il tragitto. Continuarono così per un buon tratto, finché non raggiunsero una zona particolarmente colpita dall’incuria.


Lì trovarono una comitiva di turisti che non solo continuava a lasciare immondizia, ma aveva addirittura acceso un barbecue in un’area protetta e altamente infiammabile.



I quattro ragazzi provarono a parlare con i più grandi di quella rumorosa comitiva, sottolineando quanto fosse inappropriato abbandonare immondizia lungo il sentiero e accendere un fuoco in mezzo al bosco, salvo in spazi appositamente designati e messi a disposizione.



Dal canto loro, con aria gradassa e snob, il gruppo iniziò a prendere in giro i ragazzi e a ridere del loro tentativo di tutelare la sacralità di quel posto.


Non sapendo più come gestire la situazione, decisero di chiamare la Guardia Forestale per segnalare il problema.



La Guardia Forestale arrivò rapidamente, imponendo alla comitiva di spegnere immediatamente il barbecue e multando i responsabili per l’abbandono dei rifiuti e l’accensione del fuoco in un’area protetta.


I turisti, ora visibilmente meno arroganti, furono costretti a pulire tutto il disastro che avevano causato.



Gruppo 3





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